fede

La Presentazione al Tempio della Vergine Maria

Antonio Tarallo
Pubblicato il 21-11-2023

L’origine della festa e il suo significato teologico

La Presentazione di Maria al Tempio, episodio della fanciullezza della Vergine Maria dalla tenerezza infinita: una memoria liturgica da scoprire e riscoprire. La scena che ci si presenta è raccolta, intima: due genitori, i Santi Gioacchino e Anna, presentano al Signore la propria bambina, Maria. E’ un gesto semplice, ma con importanti significati teologici.

Si tratta di una festa dalle origini antiche: la stessa data della festività, il 21 novembre, deriva dal giorno di consacrazione della basilica di Santa Maria Nova, nel 543, nella città di Gerusalemme. La prima celebrazione della Presentazione viene fatta risalire al Calendario di Basilio II di Bisanzio, imperatore del XI secolo. Successivamente, nel Medioevo, ha avuto una più grande diffusione. Solo nel 1585, viene adottata da papa Sisto V, per tutta la Chiesa occidentale. La Chiesa Ortodossa la inserirà tra le dodici festività maggiori. Per noi cattolici, dopo aver celebrato l’8 settembre la Natività di Maria Santissima e il 12 settembre, la festa del Suo Santissimo Nome, il ciclo mariano celebra in questo giorno la Presentazione al Tempio.

L’episodio è narrato dal Vangelo apocrifo di Giacomo:“Quando la bambina compì i tre anni, Gioacchino disse: “Chiamate le figlie senza macchia degli Ebrei: ognuna prenda una fiaccola accesa e la tenga accesa affinché la bambina non si volti indietro e il suo cuore non sia attratto fuori del tempio del Signore”. Quelle fecero così fino a che furono salite nel tempio del Signore. Il sacerdote l'accolse e, baciatala, la benedisse esclamando: “Il Signore ha magnificato il tuo nome in tutte le generazioni. Nell'ultimo giorno, il Signore manifesterà in te ai figli di Israele la sua redenzione”. Dietro queste parole ci possono essere letture davvero importanti per comprendere la figura di Maria. Per fare ciò dobbiamo partire da un dato: la presentazione al Tempio, nella famiglia ebraica, era prerogativa generalmente del primo figlio maschio. In questo caso, invece, ci troviamo di fronte a una bambina. In questo atto dei genitori della Vergine è possibile trovare un segno della predestinazione di Maria ad essere la tutta Santa, la tutta Pura, la tutta Immacolata. Questo gesto è già il primo segno con il quale Maria diviene la prescelta: la Donna che cambierà il destino dell’umanità intera.

Inoltre, i Santi Gioacchino e Anna, in quanto genitori la offrono al Tempio per adempiere alla promessa fatta a Dio, prima della sua nascita, così come è scritto nel Vangelo apocrifo: “Per mantenere la promessa fatta, conduciamola al Tempio del Signore”. Ma questa coppia di sposi - che ha desiderato ardentemente la sua nascita - può divenire anche il simbolo del grido della madre terra, dell’umanità tutta che era caduta nel peccato originale di Adamo ed Eva. In quel gesto, quello della Presentazione, l’umanità tutta è come se volesse riconciliarsi con il Padre: Gioacchino e Anna presentano al mondo Maria, presentano la nuova Eva all’umanità.

Una scena densa, dunque, che non poteva che suscitare nella mente creativa dell’Arte diverse immagini, forme e colori: il tutto è racchiuso in opere pittoriche immortali. Il panorama è vasto e tutto di grande rilievo. Dalla Cappella degli Scrovegni di Padova (Giotto) alla rappresentazione che ci offre Paolo Uccello, da Cima da Conegliano a Tiziano. L’Arte incontra la fede e riesce a offrire al pubblico istantanee, fotogrammi, di una scena che rimane patrimonio di tutti i fedeli, nella sua semplicità, nella sua profonda spiritualità.

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